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Effetto "Benjamin Button": obsolescenza precoce delle competenze

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di Agostino Marengo

Benjamin Button non è più uno "strano caso". Ricordate quel film in cui il protagonista nasceva vecchio per poi ringiovanire durante il corso della sua vita?

Quando dico che non è più uno strano caso penso ai miei studenti, quelli passati, presenti e futuri.

"Life would be infinitely happier if we could only be born at the age of eighty and gradually approach eighteen." Mark Twain

Oggi loro studiano, all'Università o a scuola, con la consapevolezza che dovranno affrontare il mondo del lavoro senza alcuna certezza.
Studiano per lavori che ancora non esistono e cercano di ottenere competenze che ancora non conosciamo.
Studiano per approcciare il mondo del lavoro da obsoleti professionisti.

Fig. 1 - Cambiamento del ciclo di vita lavorativo, obsolescenza precoce delle competenze.

Solo 5 anni fa, la maggior parte delle competenze richieste oggi dalle aziende non erano necessarie, i lavori che oggi fanno parte integrante dell'ecosistema aziendale non esistevano. Gli studenti che si sono laureati 5 anni fa hanno dovuto affrontare novità e sconvolgimenti nell'approccio alla professione, qualsiasi essa fosse.

Chi si laurea oggi deve affrontare sfide molto più ingaggianti, deve capire come fare ad essere "resiliente", perché la formazione universitaria, seppur imprescindibile e insostituibile, non è più sufficiente. I nostri studenti sono già vecchi per il mondo del lavoro... i giovani professionisti pagano l’obsolescenza precoce del livello di competitività.

Non si studia più per diventare Ingegnere meccanico in Fiat Avio (come sognavo io) o per fare il Commercialista, oggi, all'Università, si studia per costruire le fondamenta solide di una struttura da rinnovare costantemente, mattone dopo mattone, durante tutto il percorso lavorativo da professionista. Non un futuro definito, è vero, ma un futuro intrigante, interessante, unico, se riusciranno ad essere "resilienti", come dicevo.

Fig. 2 - Nuovo ciclo di vita lavorativo, innovare le competenze, spesso.

Il concetto di resilienza è particolarmente adatto agli studenti di oggi, si tratta della "capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà", si difficoltà costanti e di varia intensità, ma che un vero professionista, sia esso giovane o più anziano, può superare e vincere se solo riesce ad essere resiliente.

Come fare ad essere resiliente? Lo dico spesso ai miei studenti, bisogna, tra le altre cose (studiare, per esempio) applicare sei semplici "tecniche di resistenza mentale".

1.  Mangia l'elefante

Un boccone per volta, senza fretta e con dovizia, senza improvvisare ma studiando il modo, il metodo.
Affronta il problema, analizzalo, studialo, pianifica una strategia e mettila in atto. Dividi l'obiettivo in sotto-obiettivi e poi in attività, compiti e singole azioni. Ti sembrerà tutto più semplice, più ordinato, più fattibile.
Un boccone per volta.

2. Visualizza il tuo successo

Vivido e dettagliato. Usa tutti i tuoi sensi, immagina i particolari, rendilo quanto più reale possibile.
Ripetilo. Allenati mentalmente, senza allenamento non si vince! Rendi tutto automatico.
Pensa positivo. Non c'è spazio per i pensieri negativi. Pensare positivo rinforza la convinzione nelle nostre azioni.
Immagina le conseguenze. Immagina cosa accadrebbe, se vincessi o perdessi. Cosa accadrebbe intorno a te?

3. Controlla le emozioni

Prendi esempio dai Marines, loro usano la tecnica del 4 by 4 for 4 [Charles Chu - Better Humans]:
- Inspira per 4 secondi
- Espira per 4 secondi
- Ripeti per 4 minuti!

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4. Diminuisci il controllo degli eventi esterni

Pensa al modo in cui interpreti gli eventi esterni. Una volta visualizzato il tuo modo di interpretarli, riformula l'interpretazione. Cerca di cambiare il tuo punto di vista sugli aspetti negativi. Guarda gli eventi negativi come una sfida da superare. quando l'avrai superata sarai migliore!

5. Piccole vittorie

Festeggia le vittorie, anche quelle piccole! Assaporale, sentile tue, esprimi la tua gioia, incamera l'energia. Fai un gran sorriso e tieniti pronto per la prossima sfida!

6. Trova la tua tribù

Contornati di persone positive, persone che guardano il mondo in maniera differente dalla tua. Gente con la quale parlare, confrontarsi, analizzare punti di vista diversi. 
Scegli le persone che ti fanno migliorare, che sono pro-attive, che hanno dei valori.
Spesso queste persone sono proprio il tipo di gente che non amiamo frequentare, ma che ci può aprire la mente!

Per concludere, c'è chi dice che l'Università non serve, che bisogna studiare su Internet, che i metodi di formazione classici sono obsoleti, che, semmai, l'Università va ripensata.
Sono d'accordo, l'Università deve essere rivista, ripensata, riprogettata (se ce lo faranno fare), ma io suggerisco a questi signori di riguardarsi la differenza tra cultura e nozione, tra conoscenza e competenza.

Formazione continua? Certo, assolutamente sì! Su Internet? Certo, se è strutturata con la giusta metodologia. Ma non dimentichiamo il caso Button, loro nascono vecchi per il mondo del lavoro, ringiovaniscono solo mettendo a frutto gli anni universitari e forgiando a dovere il proprio carattere, tenendo sempre ben presenti gli obiettivi.

Non ci saranno professionisti in gamba senza una corretta istruzione universitaria ed una gran dose di resilienza (che deve comprendere anche l'attitudine alla formazione continua).

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