Pride Month & Inclusion: Strategie HR a Supporto dei dipendenti LGBTQIA+
di Maria Chiara Tafa
Abstract: Il mese di giugno è dedicato al pride, un momento di celebrazione e di riconoscimento per la comunità LGBTQIA+. Le aziende che desiderano realmente sostenere i dipendenti che si identificano come membri della comunità LGBTQIA+, devono adottare un approccio autentico e sostenibile, offrendo formazione specifica sul tema dell'inclusione a tutti i livelli aziendali, per creare un ambiente di lavoro più accogliente e rispettoso.
Promuovere inclusione e diversità in azienda
Il Pride Month rappresenta l'occasione perfetta per ribadire l'importanza cruciale dell'inclusione e della diversità nei luoghi di lavoro. Grazie a una crescente visibilità e accettazione culturale, oggi molti membri della comunità LGBTQIA+ si sentono più sicuri nel vivere apertamente la propria identità rispetto a pochi anni fa. Questo cambiamento positivo è stato in parte catalizzato dalla storica sentenza della Corte Suprema del 2020, che ha reso illegale il licenziamento dei lavoratori basato sul loro orientamento sessuale o identità di genere.
Nonostante i progressi significativi, le persone continuano a fronteggiare numerosi ostacoli che possono influenzare negativamente la loro salute mentale e la motivazione sul lavoro. Le sfide quotidiane includono la discriminazione, le micro-aggressioni e la mancanza di supporto adeguato da parte delle aziende.
In questo articolo, esamineremo alcune delle principali difficoltà affrontate nel contesto lavorativo da chi si sente parte della comunità LGBTQIA+, nonché le strategie che le organizzazioni possono implementare per creare un ambiente di lavoro più inclusivo e di supporto. Adottare pratiche HR mirate e promuovere una cultura aziendale inclusiva non solo migliora il benessere dei dipendenti LGBTQIA+, ma arricchisce anche l'intera organizzazione, favorendo una maggiore coesione e produttività.
Le sfide per un ambiente di lavoro più inclusivo
Discriminazione sul Posto di Lavoro
Ad oggi, sono ancora poche le aziende a sostenere l'inclusione dei dipendenti LGBTQIA+. La discriminazione rimane, dunque, una preoccupazione costante poiché, in molti casi, queste persone non si sentono pienamente accettate e coinvolte. Diversi sondaggi condotti su chi si identifica nella comunità LGBTQIA+ hanno rivelato la persistenza di trattamenti ingiusti subiti sul posto di lavoro, inclusi licenziamenti, mancata assunzione, perdita di promozioni o mancato aumento di stipendio a causa del proprio orientamento sessuale. Molte volte, queste situazioni hanno spinto i lavoratori a nascondere la propria identità o a modificare il proprio comportamento per evitare ritorsioni.
Paura del Coming Out
Rivelare la propria sessualità sul posto di lavoro è spesso una decisione difficile. Molti temono che il coming out possa influire negativamente sulla carriera e causare giudizi negativi, compromettendo i rapporti con i colleghi o i datori di lavoro. Queste paure portano molti dipendenti LGBTQIA+ a crearsi una maschera, generando comportamenti di chiusura e insicurezza ed evitando di condividere informazioni sulla propria vita privata.
Pregiudizi sulla Sessualità
Durante le conversazioni informali d'ufficio, come in pausa pranzo, è comune che i colleghi parlino di argomenti personali e dei loro partner. I dipendenti queer (termine usato generalmente da una persona della comunità LGBTQIA+ che non vuole dare un nome alla propria identità di genere e/o al proprio orientamento sessuale, o più semplicemente non vuole precisarlo), che non hanno fatto coming out, devono spesso affrontare domande indiscrete o l'assunzione automatica della loro eterosessualità. Sebbene queste ipotesi non siano prettamente formulate con cattive intenzioni, possono creare situazioni sgradevoli, costringendo tali persone a rivelare involontariamente dettagli personali o a mentire per proteggere la loro privacy.
Come superare queste sfide?
Normalizzare l'Uso dei Pronomi in Azienda
Utilizzare pronomi corretti è essenziale per far sentire le persone sicure e rispettate. Le aziende dovrebbero adottare un linguaggio inclusivo e rispettare i pronomi scelti da ciascuno. È consigliabile chiedere direttamente quali pronomi preferiscono i nuovi membri o collaboratori, invece di fare supposizioni. Normalizzare le discussioni sul genere e sull’identità sessuale contribuisce a creare un ambiente di lavoro amichevole e accogliente, promuovendo una politica di tolleranza-zero verso un linguaggio dispregiativo.
Formare i Dipendenti sull'Inclusione
Le aziende dovrebbero promuovere un ambiente di lavoro coinvolgente e armonioso attraverso la formazione: sia i nuovi assunti che i dipendenti di lunga data possono partecipare a corsi che insegnino loro a riconoscere e segnalare atti di discriminazione, comprendere la terminologia inclusiva, eliminare i pregiudizi impliciti e adottare una condotta corretta e ugualitaria. Gruppi di supporto possono organizzare presentazioni per spiegare meglio questi argomenti, incoraggiando i dipendenti queer a condividere le proprie esperienze personali per sensibilizzare gli altri sull'importanza dell'inclusione.
Creare e Supportare gli Employee Resource Groups
Incoraggiare la formazione attraverso la creazione di Employee Resource Groups (ERG) può contribuire a realizzare un ambiente di lavoro più inclusivo e solidale. Questi gruppi aiutano i dipendenti LGBTQIA+ a sentirsi meno isolati e forniscono risorse utili per affrontare eventuali difficoltà relazionali. Inoltre, supportano lo sviluppo professionale e il networking, garantendo che l'orientamento sessuale e l'identità di genere non diventino ostacoli alla carriera.
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