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Modello 70:20:10 - Perché è importante nella formazione online

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di Agostino Marengo

Il Modello 70:20:10, messo a punto da Morgan McCall, Robert W. Eichinger e Michael M. Lombardo presso il Centre for Creative Leadership nel 1996, è una semplice formula, un prototipo orientato a migliorare qualsiasi programma di apprendimento.

Per cosa sta 70:20:10? Non sono altro che percentuali dove, la totalità, il 100% della formazione di chiunque, viene scomposto in tre valori analizzabili così:

- Il 70% della formazione è “Esperienziale”, laddove il training avviene in maniera diretta e spontanea, attraverso la pratica e sul proprio posto di lavoro, con problemi da risolvere, obiettivi da raggiungere e grazie a tutto ciò che viene letto, osservato, vissuto.

- Il 20% della formazione è “Sociale”, tramite gli input provenienti dalla propria rete professionale, reale o virtuale che sia (LinkedIn, per esempio), grazie anche allo scambio di feedback con colleghi di studio in sessioni di formazione, il tutoring, il mentoring.

- Il 10% della formazione è “Formale”, laddove gli utenti imparano attraverso una formazione più strutturata e precisa: coaching, mentoring, corsi in aula e, anche e soprattutto, il crescente supporto dell’e-learning.

Nella formazione personale e nello sviluppo del digital learning troviamo spesso parallelismi con le nostre vite quotidiane o, comunque, ne siamo sempre alla ricerca, per far sì che l’apprendimento (specie nell’odierna società dell’auto apprendimento diretto) sia un fatto prima di tutto esperienziale che formale.

Nella parte della nostra vita dedicata alla formazione, sentirsi soli, disorientati o smarriti non ci porterebbe mai a risultati positivi. Di conseguenza tendiamo sempre a fare affidamento anche ad altre persone: colleghi, tutor, i nostri stessi capi, consulenti, formatori ecc.

Inoltre, senza un supporto adeguato, senza una strutturazione formale dei corsi, non riusciremmo mai ad avere le risorse, il supporto e l’approfondimento necessari ad ogni processo formativo che si rispetti. La formazione in aula o autonoma, diretta o indiretta, individuale o di gruppo, senza un sostegno efficace non potrebbe mai essere completa e soddisfacente. L’e-learning, sebbene a primo acchito possa essere catalogato in quell’esiguo 10% del modello 70:20:10 non è una goccia nell’oceano ma è parte necessaria e importante di tutte le molecole vitali dell’oceano di cui sopra. L’esperienza pragmatica e costante del posto di lavoro e il confronto e il supporto dell’ambiente in cui, da lavoratori o studenti, siamo immersi, ha e avrà ormai sempre la necessità di una formazione digitale e mobile, che sia fruibile sempre e ovunque.

Quale può essere dunque la funzione dell’e-learning in riferimento al modello 70:20:10?

La possiamo analizzare in cinque punti:

1. CONTENT CURATION E PERCORSO ESPERIENZIALE

Se il 70% dell’aspetto formativo è basato sull’esperienza, sarebbe utile fare in modo che, durante la progettazione di un corso e-learning, le istruzioni siano chiare ed efficienti e soprattutto volte all’applicazione di skills, soluzioni ed obiettivi lavorativi ben precisi. L’ambito in cui il fruitore del corso si deve immergere deve essere utile e riconoscibile, nonché inerente alle sue esperienze quotidiane.

2. MICROLEARNING

I corsi dovrebbero essere strutturati con moduli sintetici con una buona varietà di concetti espressi in maniera breve ma efficace, così da fornire approfondimenti costanti e in gran numero, che fungano da risorsa immediata a tutte le attività lavorative giornaliere. Si tratta del cosiddetto Microlearning.

3. FAVORIRE IL SOCIAL LEARNING

Quel 20% che riguarda la formazione sociale è un'altra percentuale che non esclude a priori il supporto del training digitale. La gamification è un fattore essenziale di ogni percorso di e-learning. L’inserimento di attività ludiche non solo agevola l’apprendimento attraverso il ‘learning by doing’ (imparare facendo qualcosa) ed evita la distrazione dell’utente, ma favorisce l’interazione fra colleghi e fruitori dello stesso corso. L’aspetto ‘agonistico’ e ‘divertente’ che può derivare da un business game, per esempio - tra feedback e confronto dei risultati e il supporto di chat e forum dedicati - favorisce la coesione e il coinvolgimento fra i partecipanti del corso.

4. IMPARARE OVUNQUE

In una parola "mobile"!

Ad ogni formatore che si rispetti non deve più solo interessare il come (contenuti, target, grafica, sviluppo ecc.) ma anche e soprattutto il dove. Smartphone e tablet sono il luogo ideale del microlearning e ausilio essenziale per la formazione e per le risorse di utilizzo quotidiano, oltre che ormai fonte primaria di auto apprendimento diretto.

5. AUTOVALUTAZIONE

La possibilità di autovalutarsi attraverso test (intermedi e finali) e risultati chiari e monitorabili in ogni fase del processo formativo, danno una marcia in più sia al formatore che al discente. Il formatore ha un costante report dei progressi e degli esiti del discente e quest’ultimo può colmare le eventuali lacune evidenziate all’interno del corso, nonché ricercare il confronto con i colleghi.

Il modello 70:20:10, dunque, seppur formulato nel lontano 1996, trova nuova linfa vitale nell’e-learning, grazie alla sintonia fra nuove forme di apprendimento digitale, la rete social e l’avanzamento dell’hardware mobile. Competenze specifiche, interazione fra colleghi e metodi formali dell’apprendimento sono elementi fondanti del 70:20:10 che trovano un supporto notevole negli odierni strumenti del digital learning. Se i programmi di apprendimento riflettono al meglio le esigenze dei loro fruitori, questi otterranno successo in un modo molto più efficace, sperimentando anche l'ulteriore beneficio di un senso di auto-realizzazione.

 

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